Campi chirurgici
Chirurgia laringo tracheale
Trattamenti open delle stenosi laringo-tracheali
Di fronte a stenosi recidivanti, nonostante ripetuti trattamenti endoscopici, la chirurgia a cielo aperto permette la rimozione dei tratti stenotici e la successiva anastomosi dei monconi prossimali e distali.
Indicazioni
– Stenosi di alto grado o con condromalacia recidiva dopo diversi trattamenti endoscopici
– Pazienti fit per chirurgia open
– Anche nei pazienti pediatrici sono utilizzati gli stessi interventi, con accorgimenti differenti.
– Stenosi laringo-tracheali
Descrizione
La PCTR (resezione parziale crico-tracheale) è indicata nelle stenosi sottoglottiche. L’intervento è eseguito attraverso un taglio cervicotomico e dopo aver individuato l’asse laringotracheale. La procedura prevede la rimozione dei primi anelli tracheali e della metà anteriore dell’anello cricoideo. Il risparmio del castone cricoideo permette di evitare la lesione dei nervi ricorrenti e quindi di ridurre la probabilità di paralisi cordali post-operatorie. Dopo la rimozione la trachea viene suturata direttamente alla cartilagine tiroidea.
In presenza di stenosi puramente tracheali l’approccio indicato è la resezione-anastomosi tracheale. Gli step chirurgici sono simili alla PCTR ma in questo caso si reseca il segmento tracheale stenotico suturando i due capi prossimali e distali. Anche in questo caso il rischio di lesione dei nervi ricorrenti è limitato. Per entrambi questi interventi il periodo post-operatorio è fondamentale per la corretta guarigione. Il paziente sarà costretto a flettere il capo e ad evitare la manovra di Valsalva per 5-7 giorni in modo da scongiurare il rischio di distacco della pessia.
Descrizione
La PCTR (resezione parziale crico-tracheale) è indicata nelle stenosi sottoglottiche. L’intervento è eseguito attraverso un taglio cervicotomico e dopo aver individuato l’asse laringotracheale. La procedura prevede la rimozione dei primi anelli tracheali e della metà anteriore dell’anello cricoideo. Il risparmio del castone cricoideo permette di evitare la lesione dei nervi ricorrenti e quindi di ridurre la probabilità di paralisi cordali post-operatorie. Dopo la rimozione la trachea viene suturata direttamente alla cartilagine tiroidea.
In presenza di stenosi puramente tracheali l’approccio indicato è la resezione-anastomosi tracheale. Gli step chirurgici sono simili alla PCTR ma in questo caso si reseca il segmento tracheale stenotico suturando i due capi prossimali e distali. Anche in questo caso il rischio di lesione dei nervi ricorrenti è limitato. Per entrambi questi interventi il periodo post-operatorio è fondamentale per la corretta guarigione. Il paziente sarà costretto a flettere il capo e ad evitare la manovra di Valsalva per 5-7 giorni in modo da scongiurare il rischio di distacco della pessia.
Descrizione
La laryngotracheal reconstruction (LTR) è un complesso intervento a cielo aperto indicato per le stenosi complesse transglottiche. Questa procedura è stata sviluppata principalmente per la popolazione pediatrica ma viene correntemente utilizzata anche negli adulti anche se con indicazioni più ristrette. Dopo aver identificato l’asse laringo-tracheale, si incide la membrana crico-tiroidea e si esegue una tirotomia inferiore (splitting tiroideo). Attraverso questa apertura si va ad incastrare del materiale autologo (solitamente cartilagine costale) rimodellato e suturato alla cartilagine tiroidea in modo da ampliare lo spazio glottico anteriore. Per le stenosi glottiche posteriori è possibile eseguire uno splitting del castone cricoideo con inserimento di un medesimo graft. Al contrario che nelle due procedure precedenti l’intervento viene completato da una tracheotomia di sicurezza, se non già presente, anche perchè molti autori preferiscono utilizzare degli stent pieni per mantenere la struttura della via aerea e guidare il processo di guarigione.
Dopo la dimissione il paziente verrà seguito presso l’ambulatorio Trachea.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
Exeresi di neoformazioni tumorali del cavo orale
Le neoplasie del cavo orale possono essere approcciate in diversa maniera a seconda dell’estensione della malattia. Si possono pertanto distinguere:
– Exeresi di margini linguali
– Emiglossectomie
– Glossopelvectomie compartimentali
– Glossopelvectomia subtotale
– Exeresi della guancia
– Maxillectomia inferiore
Approccio petro-occipitale trans-sigmoidea (POTS)
L’approccio petro-occipitale trans-sigmoidale è stato sviluppato per il trattamento delle lesioni a carico del forame giugulare e delle regione adiacenti (basicranio, spazio parafaringeo e angolo ponto-cerebellare). La via di accesso retrolabirintica permette di risparmiare l’orecchio interno e il nervo facciale.
Timpanoplastiche microscopiche o combinate
Classicamente l’intervento prevede un approccio microscopico, previa incisione retroauricolare, con l’esecuzione di una mastoidectomia (fresatura dell’osso mastoideo) e rimozione accurata del tessuto patologico. Si parla di timpanoplastica chiusa o aperta a seconda che, durante l’esecuzione della mastoidectomia, venga conservata o meno la parete posteriore del condotto uditivo esterno. In caso di timpanoplastica aperta è possibile l’obliterazione della cavità mastoidea.
All’intervento si può associare anche l’ossiculoplastica che prevede il ripristino della continuità della catena ossiculare in funzione di un miglioramento della funzione uditiva. Viene eseguita utilizzando materiale autologo prelevato dal paziente (frammenti di cartilagine o di osso) oppure protesi sintetiche appositamente studiate. L’ossiculoplastica a volte viene rimandata ad un intervento successivo (II tempo di Timpanoplastica) che viene eseguito ad 8-12 mesi dal primo.
Il paziente candidato a intervento necessita di una TC orecchio medio senza mdc (o di una RM orecchio medio con mdc in caso di recidiva di colesteatoma dopo timpanoplastica aperta obliterata) ai fini della programmazione chirurgica.
Tumori del nervo facciale
Il nervo facciale è coinvolto per lo più da neoplasie benigne. L’istotipo più comune è lo schwannoma o neurinoma (tumore che origina dalle fibre nervose del nervo) oppure l’emangioma. Si tratta di neoformazioni a lenta crescita che si localizzano per lo più a livello del ganglio genicolato e si sviluppano superiormente verso la meninge della fossa cranica media. In altri casi viene coinvolta la III porzione del nervo facciale, quella mastoidea, oppure i rami a livello parotideo. Possono raggiungere anche dimensioni considerevoli.