Campi chirurgici

Chirurgia laringo tracheale

Laringomalacia, emangiomi, cisti…

Le prime vie aeree sono rappresentate dalla porzione dell’albero respiratorio che va dal naso fino alla prima porzione della trachea. Pertanto, quando una patologia di tipo ostruttivo, si presenta a questo livello, può compromettere la via respiratoria e di conseguenza essere pericolosa per la vita del paziente. È importante, dunque, effettuare una diagnosi precoce, impostare un iter terapeutico accurato ed essere seguiti da personale con grande esperienza in materia. Uno dei vari esempi è l’atresia coanale, che determina una chiusura della porzione posteriore delle fosse nasali, a livello delle coane, con un quadro monolaterale o bilaterale.
Le patologie possono essere di tipo congenito o acquisito.

Patologie congenite

Tra le patologie congenite la più frequente è la cosiddetta laringomalacia, che consiste in un ritardo di maturazione dello scheletro cartilagineo laringeo: essa si manifesta con un collasso delle strutture sovraglottiche durante l’inspirazione. Il sintomo principale è quindi rappresentato dallo stridore inspiratorio presente in questi bambini con laringomalacia, che si accentua in attività quali il pianto, durante l’alimentazione, se il bimbo è agitato o se viene messo in posizione supina. Per la diagnosi è fondamentale la fibroscopia flessibile. In questo contesto è possibile avviare un follow up: si tratta infatti di una patologia che può progredire nel giro di 6-8 mesi, per poi risolversi il più delle volte 18 mesi circa dopo l’esordio. Talvolta è necessario intervenire chirurgicamente: nei casi di laringomalacia severa, vengono eseguiti interventi per via endoscopica con tecnica laser (CO2 o Tullio), quali la sovraglottoplastica, l’epiglottoplastica o l’epiglottopessia, che consistono nella rimozione dell’ostruzione e successiva ricostruzione delle strutture anatomiche, ricreando la funzionalità. Sempre nei casi più gravi si possono rendere necessari interventi chirurgici per via esterna con tecnica “open“, più impegnativi dal punto di vista tecnico e con ospedalizzazioni più prolungate.
Le stenosi sottoglottiche rappresentano in ordine di frequenza la terza patologia più comune nel distretto laringeo. Sono il risultato di una incompleta ricanalizzazione del lume tracheale durante la decima settimana; sono per lo più costituite da cartilagine. Rappresentano una delle principali cause di tracheotomia nei bambini sotto l’anno di età. Il sintomo principale è la dispnea inspiratoria con stridor, che compare in stenosi maggiori del 50% del lume tracheale. La diagnosi viene fatta sempre con l’ausilio della fibroscopia andando a visualizzare il punto di restringimento tracheale. La terapia è in funzione del grado della stenosi, nei gradi minori è possibile anche un approccio conservativo, mentre in caso di gradi moderati-severi si ricorre a “chirurgia open” (LTR, PCTR).
Un’altra patologia possibile patologia a carico della regione è l’emangioma sottoglottico, che costituisce una manifestazione clinica rara in questa sottosede. Si tratta di un tumore benigno, vascolarizzato, che si presenta in pazienti con emangiomi anche a livello cutaneo. Spesso questa neoformazione tende a proliferare rapidamente nelle prime settimane di vita, per poi stabilizzarsi intorno all’anno di età; successivamente inizia una lenta involuzione. Si manifesta con stridor inspiratorio, talvolta tosse abbaiante e disfonia di vario grado. Per la diagnosi anche in questo caso viene sfruttata la laringoscopia con ottica flessibile o rigida. La gestione di questi pazienti prevede un periodo di osservazione nei casi con sintomi lievi, oppure trattamento di tipo conservativo mediante la somministrazione di farmaci sistemici, quali propanololo o steroidi. Nei casi più severi possono essere effettuate iniezioni di steroidi intralesionali in endoscopia oppure resezioni mediante laser CO2.
Infine, sempre tra le patologie congenite, un’altra potenziale evenienza è rappresentata dalle cisti laringee, che il più delle volte vengono seguite in follow up, senza necessità di alcun trattamento. L’indicazione alla resezione endoscopica è data in quei casi di flogosi, in quanto aumentando di volume possono compromettere la via aerea.

Patologie congenite

Tra le patologie congenite la più frequente è la cosiddetta laringomalacia, che consiste in un ritardo di maturazione dello scheletro cartilagineo laringeo: essa si manifesta con un collasso delle strutture sovraglottiche durante l’inspirazione. Il sintomo principale è quindi rappresentato dallo stridore inspiratorio presente in questi bambini con laringomalacia, che si accentua in attività quali il pianto, durante l’alimentazione, se il bimbo è agitato o se viene messo in posizione supina. Per la diagnosi è fondamentale la fibroscopia flessibile. In questo contesto è possibile avviare un follow up: si tratta infatti di una patologia che può progredire nel giro di 6-8 mesi, per poi risolversi il più delle volte 18 mesi circa dopo l’esordio. Talvolta è necessario intervenire chirurgicamente: nei casi di laringomalacia severa, vengono eseguiti interventi per via endoscopica con tecnica laser (CO2 o Tullio), quali la sovraglottoplastica, l’epiglottoplastica o l’epiglottopessia, che consistono nella rimozione dell’ostruzione e successiva ricostruzione delle strutture anatomiche, ricreando la funzionalità. Sempre nei casi più gravi si possono rendere necessari interventi chirurgici per via esterna con tecnica “open“, più impegnativi dal punto di vista tecnico e con ospedalizzazioni più prolungate.
Le stenosi sottoglottiche rappresentano in ordine di frequenza la terza patologia più comune nel distretto laringeo. Sono il risultato di una incompleta ricanalizzazione del lume tracheale durante la decima settimana; sono per lo più costituite da cartilagine. Rappresentano una delle principali cause di tracheotomia nei bambini sotto l’anno di età. Il sintomo principale è la dispnea inspiratoria con stridor, che compare in stenosi maggiori del 50% del lume tracheale. La diagnosi viene fatta sempre con l’ausilio della fibroscopia andando a visualizzare il punto di restringimento tracheale. La terapia è in funzione del grado della stenosi, nei gradi minori è possibile anche un approccio conservativo, mentre in caso di gradi moderati-severi si ricorre a “chirurgia open” (LTR, PCTR).
Un’altra patologia possibile patologia a carico della regione è l’emangioma sottoglottico, che costituisce una manifestazione clinica rara in questa sottosede. Si tratta di un tumore benigno, vascolarizzato, che si presenta in pazienti con emangiomi anche a livello cutaneo. Spesso questa neoformazione tende a proliferare rapidamente nelle prime settimane di vita, per poi stabilizzarsi intorno all’anno di età; successivamente inizia una lenta involuzione. Si manifesta con stridor inspiratorio, talvolta tosse abbaiante e disfonia di vario grado. Per la diagnosi anche in questo caso viene sfruttata la laringoscopia con ottica flessibile o rigida. La gestione di questi pazienti prevede un periodo di osservazione nei casi con sintomi lievi, oppure trattamento di tipo conservativo mediante la somministrazione di farmaci sistemici, quali propanololo o steroidi. Nei casi più severi possono essere effettuate iniezioni di steroidi intralesionali in endoscopia oppure resezioni mediante laser CO2.
Infine, sempre tra le patologie congenite, un’altra potenziale evenienza è rappresentata dalle cisti laringee, che il più delle volte vengono seguite in follow up, senza necessità di alcun trattamento. L’indicazione alla resezione endoscopica è data in quei casi di flogosi, in quanto aumentando di volume possono compromettere la via aerea.

Patologie acquisite

Tra le patologie acquisite si possono ricordare le “stenosi tracheali“, conseguenti il più delle volte a intubazioni oro-tracheali, che in epoca neonatale, possono determinare esiti di tipo cicatriziale, con successiva difficoltà respiratoria, anche dopo brevi periodi (a differenza dell’adulto, non servono necessariamente periodi prolungati per determinare una stenosi tracheale). Sempre in ambito di patologie acquisite anche la papillomatosi laringea può determinare quadri di tipo ostruttivo.
Un’altra alterazione laringea è rappresentata dalle paralisi delle corde vocali, che può essere sia unilaterale che bilaterale. Escludendo le cause centrali, tra le cause periferiche di paralisi cordale una fra tutte è il danno a carico del nervo laringeo ricorrente. Esso può derivare da traumi accidentali, compreso un parto distocico, oppure a seguito di chirurgia su ipofaringe, esofago, tiroide o ancora per cause di tipo infiammatorio o compressione da parte di organi limitrofi; esistono poi le forme idiopatiche. La paralisi cordale, inoltre, può essere anche congenita, a causa di un difetto di innervazione.
Il sintomo tipico di una patologia ostruttiva delle prime vie aeree è lo stridor, che si caratterizza per un rumore durante l’inspirazione, creato dalla turbolenza che si viene a creare nel flusso d’aria ostacolato dall’ostruzione. La maggior parte degli stridor nel paziente pediatrico è legato a patologie laringee, non tanto a patologie ostruttive a livello delle fosse nasali o distretti tracheo-bronchiali. In questi ultimi due casi, spesso si associano altri disturbi, quali la difficoltà ad alimentarsi o la dispnea. Presente nelle paralisi unilaterali è la cosiddetta voce bitonale (diplofonia). Il paziente sarà afono in caso di paralisi bicordale in abduzione. La dispnea, invece, sarà presente in caso di corda vocali fisse in posizione paramediana, con uno spazio respiratorio insufficiente.
In caso di paralisi unilaterali, la corda vocale paralitica assume per lo più una posizione paramediana. Differenti possono essere le paralisi cordali bilaterali. In funzione della posizione assunta dalle corde vocali, si possono distinguere, infatti:
– la sindrome di Ziemssen: corde fisse in abduzione
– sindrome di Gerhardt: paralisi incompleta, con corde in posizione paramediana, ma si adducono i fonazione, in quanto vi è solo un interessamento dei muscoli cricoaritenoidei posteriori.
– sindrome di Riegel: corde fisse in adduzione sulla linea mediana
Per effettuare la diagnosi è necessaria una valutazione con rinofibrolaringoscopia, che può essere eseguita in “ambulatorio” (attrezzato) o in sala operatoria (in anestesia generale o in sedazione) in base all’età e alle condizioni generali del bambino.
I trattamenti chirurgici che vengono effettuati a questo livello hanno subito negli anni un progressivo miglioramento e affinamento della tecnica. Ad oggi si cerca di prediligere procedure il meno invasive possibile o reversibili, dato che molte di queste paralisi recedono autonomamente. Può essere necessaria, in alcuni piccoli pazienti, la tracheotomia. Alle tecniche chirurgiche che risolvono la problematica ostruttiva è bene associare anche terapie riabilitative post-operatorie, che vengono effettuate grazie all’ottima esperienza da parte del nostro servizio di “logopedia“.

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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO

Altri interventi chirurgici e patologie trattate

Exeresi di neoformazioni tumorali del cavo orale

Le neoplasie del cavo orale possono essere approcciate in diversa maniera a seconda dell’estensione della malattia. Si possono pertanto distinguere:
– Exeresi di margini linguali
– Emiglossectomie
– Glossopelvectomie compartimentali
– Glossopelvectomia subtotale
– Exeresi della guancia
– Maxillectomia inferiore

Approccio endoscopico transcanalare transpromontoriale al neurinoma dell’acustico

La via endoscopica transcanalare, transpromontoriale si distingue nettamente dalle metodiche precedenti.

Indicazione:
● Neurinomi dell’acustico con estensione limitata al condotto uditivo interno (fondo) e sordità neurosensoriale
● Colesteatomi della cassa con infiltrazione del vestibolo e della coclea
● Neurinoma intracocleari

Otosclerosi

L’otosclerosi è una malattia ereditaria caratterizzata dalla proliferazione di tessuto osseo anomalo a livello dell’orecchio medio. Questo fenomeno comporta una riduzione progressiva del potenziale vibratorio della staffa, responsabile dell’ipoacusia trasmissiva caratteristica di questa malattia. Nel tempo, possono sovrapporsi meccanismi tossici e litici sulle cellule della coclea, che determinano una degenerazione cellulare cocleare che si tradurrà in un’ipoacusia progressiva e di tipo neurosensoriale.

Colesteatoma

Il colesteatoma è un tipo di otite cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto epiteliale anomalo che occupa la cassa del timpano. Questo materiale può determinare, nel tempo, lesioni espansive e fenomeni erosivi a carico delle strutture timpaniche, andando ad alterare l’anatomia dell’orecchio medio. Il colesteatoma, in base all’epoca di insorgenza, viene definito:
– Colesteatoma congenito
E’ tipico dell’età pediatrica, deriva da difetti che avvengono nello sviluppo delle strutture dell’orecchio durante la vita fetale. Si manifesta con una massa biancastra visibile per trasparenza dietro ad una membrana timpanica integra, in pazienti senza una storia di infiammazioni dell’orecchio, traumi e/o otochirurgia precedente;
– Colesteatoma acquisito
È distinto in primitivo e secondario.
Il colesteatoma acquisito primario dell’attico secondo alcune teorie deriva da una disventilazione selettiva a livello della regione atticale con seguente depressione di questa area anatomica che provoca una retrazione della pars flaccida (porzione apicale del timpano) all’interno dell’epitimpano sempre più profonda sino a determinare il processo flogistico erosivo cronico alla base della malattia colesteatomatosa. Il colesteatoma acquisito secondario deriva invece da un’otite cronica perforata con invaginazione della pelle del condotto uditivo esterno all’interno della cassa timpanica che determina una successiva proliferazione di detriti epidermici e di flogosi cronica.

Dettaglio specializzazione

Tipologia di interventi chirurgici laringo tracheali

Le testimonianze dei nostri pazienti

Asportazione di colesteatoma mediante approccio transotico
“Spett.le Reparto Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena, dopo aver affrontato intervento chirurgico di exeresi di colesteatoma, nella giornata di ieri 28.03.24 sono stato dimesso. Una degenza durata una settimana in occasione della quale ho avuto il privilegio di incontrare personale sanitario straordinario, competente e disponibile. Tutti indistintamente i componenti dello staff a cui fa capo il Prof. Marchioni Daniele, mi hanno permesso di affrontare questo percorso nelle migliori condizioni di serenità e consapevolezza di essere seguito da chi svolge il difficile lavoro di medico con passione e grande senso di responsabilità. Siete davvero persone straordinarie. Menzione particolare per la Dott.ssa Valerini Sara la quale, sin dalla mia primissima visita presso i Vostri Ambulatori, mi ha trasmesso sicurezza, serenità e consapevolezza che il percorso appena iniziato si sarebbe concluso positivamente. Vi porterò tutti sempre nel mio cuore”.
Colesteatoma dell’apice della rocca (pregresso sospetto di neurinoma del nervo facciale)
La mia storia clinica inizia nel 2019. Dopo periodi di persistenti vertigini, acuto acufene e lievi cambiamenti dei miei tratti somatici, mi accingevo a fare i miei primi controlli. Era ottobre del 2020 allorché la risonanza magnetica alle rocche petrose con mezzo di contrasto, per sospetto neurinoma del nervo facciale a livello del segmento labirintico e ganglio genicolato, evidenziava la presenza di neoformazione di circa 3 mm a livello del cavo del timpano di destra medialmente alla catena ossiculare e davanti al promontorio. Medici su medici, controlli su controlli, i tratti del mio viso iniziavano a cambiare repentinamente, e la diagnosi dei vari medici, risultava ormai pleonastica: neurinoma del VII nervo facciale. Quando mi sono rivolta al Policlinico di Modena, il Prof.Marchioni, insieme alla sua équipe, ha da subito studiato pedantemente il mio caso. Quando sono stata ricoverata, avevo raggiunto una paralisi facciale completa, con una formazione espansiva intrapetrosa di circa 8 mm. Il 26.07.2022 ho subito un intervento di “exeresi di colesteatoma dell’apice rocca petrosa con estensione sovralabirintica con approccio fossa cranica media”. Il post-operatorio è risultato assolutamente indolore ed inaspettatamente veloce. Sono stata dimessa con una paralisi facciale stadio IV-V e dopo 4 mesi di logopedia facciale, ho riscontrato un miglioramento del 37% ( chiusura quasi completa dell’occhio destro, recupero del tono muscolare e piccoli accenni di motilità concernenti il lato destro del viso). Ringrazio il Prof. Daniele Marchioni, la Dott.ssa Gaia Federici e tutta la equipe medica che mi ha seguita, per avermi ridato una vita normale. Ringrazio tutte le infermiere che mi hanno accolto con calore e gentilezza, nel mio difficile percorso ospedaliero. Infine, ringrazio la Dottoressa Federica Nizzoli, colei che mi sta accanto durante il mio percorso riabilitativo.
Neurinoma dell’acustico
Comincio ringraziando il Professor Marchioni, tutta la sua equipe, ed il personale del reparto otorino testa- collo per avermi operata e per l’impeccabile trattamento pre e post operatorio. Nel settembre 2021 mi venne diagnosticato un neurinoma del nervo acustico e a dicembre del 2021 fui operata al policlinico di Modena. Da giugno 2021 cominciai ad accusare i sintomi (scarsità dell’udito, perdita dell’equilibrio, mal di testa, nausea) che col passare dei mesi si fecero sempre più forti, insopportabili ed inabilitanti (perdita dell’autosufficienza). Visitata a settembre dal Professore, individuò la causa di tutto in un neurinoma dell’acustico di 1,6 cm. Mi prospetto’ due possibilità: 1) la radioterapia per ridurre la massa 2) l’intervento chirurgico per l’asportazione. Nonostante la grande paura per gli effetti collaterali, subito esposti dal Professore, di successiva sordità e possibile paresi facciale, optai per l’intervento e ne sono felice. Dopo una non facile convalescenza sono sono riuscita a riprendere la mia vita normale.
Tumore maligno nasale
Prima dell’operazione ero sotto shock, non mi ponevo molte domande, allo stesso tempo non ero tranquilla. Il prof Marchioni mi ha spiegato molto bene tutto quello che avrei affrontato, mi sono affidata completamente a lui e mi sono tranquillizzata. L’intervento è andato meglio del previsto, non ho sentito particolare dolore, solo mal di schiena per le molte ore sul lettino operatorio, migliorato con il materasso anti decubito. Gli specializzandi sono stati molto presenti, mi hanno anche accompagnata a fare la Tc, per assicurarsi che io non muovessi la testa in modo scorretto (sono rimasta allettata 7 giorni per prevenire la fistola). Mi hanno accudita quando avevo bisogno o ero demoralizzata, mi sono sentita ascoltata. Ho mangiato il giorno dopo l’intervento. La radioterapia è stata la parte più difficile della mia esperienza. Adesso che ho finito i trattamenti sto bene, sono aumentata di peso a causa del cortisone che ho dovuto fare, ma sto rientrando al mio peso forma. Sto cominciando ad uscire, anche vista la bella stagione. Se dovessi incontrare qualcuno che deve fare il mio stesso percorso, gli direi di affidarsi ai dottori e affrontare con coraggio la malattia, io così l’ho superata.