Campi chirurgici
Chirurgia Oncologica testa e collo
Tumori delle ghiandole salivari maggiori
Le ghiandole salivari possono essere coinvolte da neoplasie sia benigne che maligne.
Tra i tumori benigni, il più frequente è rappresentato dall’adenoma pleomorfo (60-70% dei casi). Ha un picco di incidenza tra i 40 ed i 60 anni, ed è più frequente nelle donne con un’incidenza 3–4 volte superiore rispetto all’uomo. L’adenoma pleomorfo origina nell’80% dei casi dal lobo superficiale della ghiandola parotide. Può interessare in una minoranza di casi anche le ghiandole salivari minori e le ghiandole lacrimali.
Il tumore di Warthin o cistoadenolinfoma rappresenta dal 6 al 10% dei tumori parotidei. Nel 10-20% dei casi è bilaterale, ma può anche essere multifocale. Colpisce più frequentemente la sesta e settima decade e vi è una leggera predominanza per il sesso maschile.
Per quanto riguarda i tumori maligni, più del 70% colpisce la ghiandola parotide e il 10-20% la ghiandola sottomandibolare, mentre sono rarissimi quelli che originano dalla ghiandola sottolinguale e dalle ghiandole salivari minori. Tra gli istotipi il più comune è il carcinoma mucoepidermoide, che interessa spesso la parotide. Il carcinoma adenoide cistico si presenta il più delle volte a livello della ghiandola sottomandibolare o delle ghiandole salivari minori.
Altri istotipi possibili sono l’adenocarcinoma, carcinomi a cellule squamose, carcinomi indifferenziati, carcinoma anaplastico a piccole cellule, sarcomi e linfomi (molto rari).
Da non dimenticare che il tumore maligno più frequentemente riscontrato a carico della parotide è la metastasi da tumore della cute del distretto cervico-facciale, tipico delle persone anziane.
Clinica e iter diagnostico
I tumori benigni delle ghiandole salivari hanno una lenta crescita e si manifestano come una tumefazione, un rigonfiamento che può raggiungere dimensioni notevoli a livello della ghiandola interessata portando ad una alterazione del profilo cutaneo.
Per quanto riguarda i tumori maligni, oltre alla tumefazione della regione interessata, si può associare dolore. Inoltre è possibile avere un quadro di sofferenza del nervo facciale, con paresi dell’emivolto, e adenopatie laterocervicali.
Per la diagnosi l’indagine di primo livello è l’ecografia, che può essere integrata con agoaspirato e successivo esame citologico della lesione.
In caso di patologia maligna vengono sfruttati imaging di secondo livello, quali la TC con mezzo di contrasto iodato e RMN con mezzo di contrasto paramagnetico: ciò consente di caratterizzare meglio la lesione, la sede, le dimensioni e i rapporti con i tessuti circostanti al fine di pianificare al meglio il trattamento.
Clinica e iter diagnostico
I tumori benigni delle ghiandole salivari hanno una lenta crescita e si manifestano come una tumefazione, un rigonfiamento che può raggiungere dimensioni notevoli a livello della ghiandola interessata portando ad una alterazione del profilo cutaneo.
Per quanto riguarda i tumori maligni, oltre alla tumefazione della regione interessata, si può associare dolore. Inoltre è possibile avere un quadro di sofferenza del nervo facciale, con paresi dell’emivolto, e adenopatie laterocervicali.
Per la diagnosi l’indagine di primo livello è l’ecografia, che può essere integrata con agoaspirato e successivo esame citologico della lesione.
In caso di patologia maligna vengono sfruttati imaging di secondo livello, quali la TC con mezzo di contrasto iodato e RMN con mezzo di contrasto paramagnetico: ciò consente di caratterizzare meglio la lesione, la sede, le dimensioni e i rapporti con i tessuti circostanti al fine di pianificare al meglio il trattamento.
Trattamento
Il trattamento è esclusivamente chirurgico. Nel caso in cui la patologia interessa la ghiandola sottomandibolare, il trattamento consiste nell’exeresi della ghiandola stessa (scialoadenectomia sottomandibolare).
Quando è interessata la parotide, a seconda della localizzazione e delle dimensioni della malattia si possono effettuare diversi tipi di intervento come una enucleazione pericapsulare (ECD), una parotidectomia parziale esofacciale, una parotidectomia totale.
Essendo la ghiandola parotide attraversata dal nervo facciale, questa chirurgia può comportare un rischio di lesione di tale nervo, seppur molto raro (meno dell’1%). La sua lesione parziale può causare lievi deficit; la sua sezione completa può invece avere gravi ripercussioni sia estetiche che funzionali, come l’impossibilità di chiudere completamente l’occhio per via della paresi dei muscoli dell’emivolto interessato.
All’interno del gruppo delle neoplasie benigne, l’adenoma pleomorfo se non asportato completamente può dar luogo a recidive in percentuali variabili (dal 5 al 50%), a volte anche a distanza di molti anni dal primo intervento. Le recidive possono essere caratterizzate da plurimi elementi nodulari. In quest’ultimo caso il reintervento chirurgico è più complesso e gravato da maggiori rischi di lesione del nervo facciale a causa dell’esito cicatriziale post-chirurgico. Se l’adenoma pleomorfo non viene asportato, nell’arco di anni (10 anni e più in media), può evolvere verso la malignità, evento comunque raro (carcinoma ex adenoma pleomorfo): depongono per questo evento l’improvviso aumento di velocità di crescita, l’improvvisa paralisi del nervo facciale e il dolore.
Di fronte a tumori maligni, oltre all’asportazione della ghiandola, si associa uno svuotamento laterocervicale più o meno esteso in base all’interessamento linfonodale di malattia. A volte, nei casi in cui si riscontra una infiltrazione del nervo facciale, si è costretti a sacrificarlo. Qualora siano interessati linfonodi laterocervicali, sulla base del reperto istologico, di solito in seguito all’intervento si associa un trattamento radioterapico. Il trattamento radio-chemioterapico viene riservato per quei pazienti con tumore inoperabile, per estensione di malattia o per presenza di metastasi.
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LE ATTIVITA’ NEL DETTAGLIO
Altri interventi chirurgici e patologie trattate
FESS, resezioni nasali endoscopiche
Le neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali sono per la maggior parte trattate per via endoscopica e più raramente per via esterna, con la cosiddetta FESS “functional endoscopic sinus surgery”, chirurgia funzionale dei seni paranasali.
Tale interventi comprendono l’approccio a tutti i diversi seni, mascellare, etmoidale, sfenoidale, frontale (Draf I-II-III).
Di seguito, in particolare, troviamo gli interventi demolitivi oncologici del mascellare, chiamati Maxillectomie.
Via transotica endoscopica assistita
Questa via di approccio consente la rimozione di lesioni che interessano la rocca petrosa con o senza estensione all’angolo pontocerebellare in pazienti con funzione uditiva compromessa. Consiste in un primo tempo microscopico e una fase endoscopica al termine della procedura microscopica che ha lo scopo di radicalizzare il tessuto neoplastico intorno alle strutture nobili quali la carotide interna e il nervo facciale. Questa via di approccio consente un buon controllo della carotide interna (carotide verticale intrapetrosa e tratto infero-mediale della porzione orizzontale) a livello dell’apice della rocca.
Craniofaringioma
I craniofaringiomi sono tumori congeniti di natura benigna, a lenta crescita, ad origine dai residui epiteliali del dotto craniofaringeo o della tasca di Rathke; talvolta anche dallametaplasia dei residui delle cellule epiteliali squamose di parti dello stomodeo (contribuiscealla formazione della mucosa orale).
Si localizzano a livello della regione sellare e parasellare del sistema nervoso centrale, in stretti rapporti con il chiasma ottico.
Si manifestano con due picchi, uno in età pediatrica tra i 6 e i 16 anni, l’altro in età adulta trai 50 e i 70 anni.
Fistole rinoliquorali
Una fistola rinoliquorale è rappresentata da un’anomala soluzione di continuo tra lo spazio subaracnoideo cerebrale e la cavità nasale, che si manifesta con rinoliquorrea, cioè il gocciolamento nasale continuo di liquido limpido, definito “ad acqua di roccia”, solitamente da una sola narice, ovvero monolaterale.
I pazienti che presentano queste fistole sono esposti a rischio di meningiti recidivanti, dal momento che microorganismi infettivi possono passare dalla cavità nasale agli spazi endocranici.
Le principali cause di fistole rinoliquorali sono:
– Traumatiche
– Iatrogene, post-interventi chirurgici a livello del basicranio anteriore
– Spontanea, per conformazione o per uno stato di ipertensione endocranica cronica
Le regioni maggiormente colpite sono i punti di minor resistenza della base cranica anteriore, in particolare lamina cribra dell’etmoide, tetto dell’etmoide, pavimento della sella turcica, seno sfenoidale.